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Benvenuti Signori e Lor Signore, Uomini, Donne Bambini, Grazie per esser venuto a visitarmi, qui scrivero' un po' di quel che mi va e con piacere commenteremo assieme

mercoledì 22 febbraio 2012

Viva la Vita, 23-febbraio 1997 , quando non mi hanno voluto lassu'

Torniamo un po' indietro a quel 22 febbraio 1997, pochi mesi prima , diciamo fine luglio 1996 precisamente per l'ultimo giorno prima del congedo militare,  feci l'ultima cena con i compagni commilitoni, il giorno prima avevo fatto l'ultima guardia, e non avevo dormito, quella sera bevvi mostruosamente e alle 5 della mattina su una curva cedetti e mi addormentai, con tre persone in auto, per fortuna qualche graffio , io una commozione cerebrale ma nulla di grave, pochi mesi piu' tardi il 15 febbraio 1997 arrivo il ritiro patente per quell'incidente, io in quel periodo ero agli inizi come agente di commercio, vendevo accessori per autotrazione per un'azienda del gruppo Wurth, ero agli inizi, avevo cominciato da qualche mese e per un agente di commercio che la sua seconda casa e' l'auto , vedersi ritirata la patente per un mese ti scombussola e ti destabilizza, comunque mio padre che lo ringrazio, si prese ferie e la settimana successiva mi porto' dai clienti lui con la mia macchina, ai tempi avevo una fiat tempra, che ci crediate o no , quella e' stata per quel periodo da quando avevo iniziato , la settimana piu' proficua a livello vendite ed ero ultra contento, al sabato sera , il 22 febbraio mi venne a prendere il mio migliore amico di allora per andare al compleanno di un altro amico, porto' via me e mia cugina, la serata da un pub si sposto' in una discoteca qui vicino dove alzammo il gomito un po' tutti, anche il mio amico che guidava, al ritorno c'era molta nebbia fittissima, impenetrabile, , era passata la mezzanotte da un po', in auto c'eravamo io seduto sul sedile passeggero, il mio amico che guidava e mia cugina seduta dietro di me, che dormiva, in una curva quella maledetta curva, in quella strada piena di platani , alberi molto grossi, uscimmo di strada , causa  velocita' , alcool, e nebbia, centrando un albero dalla mia parte, l'unico rimasto illeso e sveglio fu il mio amico, arrivarono pompieri per estrarre me soprattutto che avevo una gamba immersa nelle lamiere dell'auto vetri dappertutto , che mi provocarono la rottura della mascella destra, con conseguente cicatrice che porto in viso, io e mia cugina entrammo in coma, non per mancanza di rispetto a mia cugina ma tralascio quello che le e' successo vi dico solo che ora sta bene ha due meravigliosi figli, ma quella sera se non era per un'infermiera del pronto soccorso in ambulanza il medico l'aveva dichiarata morta, e oggi invece ha una vita vera e prorpia, comunque tornando a me , riportai nell'incidente la rottura della scapola dx, spalla dx,  legamenti ginocchio dx,rottura tibia perone e malleolo gamba dx, rottura del polso dx e delle dita medio ed anulare della mano dx, forse vedendo l'albero mi riparai con tutta la parte dx, io non ricordo niente dell'ìncidente, mi portarono subito all'ospedale vicino , precisamente Este pd, dove mi operarono d'urgenza , applicandomi una placca in titanio e una vite per sistemare il piede, un'altra vite sempre con placca per sistemare il polso, mi cucirono le varie cicatrici sulla gamba e sulla mascella, mi ingessarono gamba e braccio, e una fasciatura che cingeva il busto, dopo pochi giorni mi mandarono a casa con riposo e dovevamo vederci piu' avanti per vedere la situazione , circa una settimana dopo alla notte non riuscivo a respirare, una delle notti piu' brutte della mia vita, facevo fatica a respirare, il respiro e' vita, e senza respiro mi sentivo mancare, i miei genitori mi portarono d'urgenza all'ospedale di Este dove mi diagnosticarono una polmonite, dopo qualche giorno accusavo dei fortissimi dolori alla gamba destra quella ingessata, mia mamma ad un dottore disse di visitarmi assolutamente e lui ridacchiando sostenne che io ero un fifone e quel dolore era dovuto al fatto del peso del gesso e dello stare fermo, mia mamma mi ricordo ancora gli disse: " se mio figlio dice che ha male, vuole dire che il male e' forte", comunque il medico non fece nulla, dopo qualche ora mio padre noto' il piede dx che usciva dal gesso totalmente nero e minacciando di rompere il gesso mi tolsero il gesso, nel frattempo mia madre lo stesso giorno chiamo' un primario di Padova esperto in Angiografia , Pe malattie sanguigne,Prof. Girolami Antonio,  il quale al telefono dopo aver sentito i miei sintomi da mia madre le Disse : "e' trombosi venosa profonda" chiamata in termini medici " tvp" scaturita da un'embolia polmonare ins eguito al trauma dell'incidente,  subito daccordo con mia madre mi trasferirono d'urgenza in ambulanza a Padova nel reparto del Primario, precisamente clinica medica seconda, ottavo piano, arrivato in stanza, mi apposero sul letto un cartello : "IMMOBILITA' ASSOLUTA" , ogni quarto d'ora mi facevano prelievi del sangue per vedere i valori di trombina e darmi le dosi di eparina in vena corrette, al momento del ricovero a Padova avevo due trombi (i trombi in pratica sono degli agglomerati di sangue che si formano in seguito alla coagulazione sanguigna e aderiscono sulle pareti venose impedendo la normale circolazione sanguigna con gravi conseguenze) comunque questi trombi erano nella vena poplitea che si trova in pratica dietro al ginocchio e nella vena femorale sempre della gamba destra, comunque dopo qualche giorno di prelievi e dosaggi uno dei due trombi si e' diviso in due ed e' andato a finire in vena cava, quella che alimenta il cuore, alche' la situazione e' peggiorata e decidono per operarmi, una rovina per tutta la vita, in quanto aprire un corpo, toccare le vene a 21 anni non e' il massimo, e comporta continui controlli periodici per tutta la vita, comunque decidono la data dell'operazione, qualche giorno prima mi portano a fare un'angiografia per vedere bene dove si trovava il trombo piu' pericoloso quello nella vena del cuore, entro in sala sul letto, mi divide un vetro dove ci sta il radiografo , la dottoressa di stanza a stretto contatto col Primario , e alcuni infermieri che seguivano tutti il mio caso eccezionale ,iniziano l'esame,  la dottoressa vedo che piange, esco c'e' mia madre che piange e chiedo " cosa e' successo ? " mia madre mi dice: " il trombo in vena cava il piu' pericoloso non c'e' piu', o si e' sciolto o e' andato da qualche parte se fosse al cuore saresti gia' morto, ora ti fanno dei controlli per vedere dove e' andato " , nei giorni a  seguire controlli, la situazione migliora il trombo piu' pericoloso si era sciolto, gli altri trombi rimangono , pero' sono meno preoccupanti ancora oggi ce li ho, , mi dimettono con la somministrazione regolamentata da prelievi periodici di un farmaco anticoagulante e con l'obbligo di tenere un gambaletto elastico praticamente ogni giorno tutta la vita sulla gamba dx, successivamente il farmaco viene sospeso, perche' il rischio di emorragia e' molto piu' grave del rischio di trombosi, due anni fa 26 aprile 2010 fatalita' la trombosi ritorna ma con una settimana d'ospedale si risolve tutto , e' stato un caso, sostengono i medici, comunque sono qua, in vita, quel giorno il 22 febbraio 1997 nella notte che andava al 23 non mi vollero lassu', e anche altri giorni, ora  potete capire perche' comunque con tutte le difficolta' della vita e anche le negativita' che si presentano io sono sempre sorridente e scherzoso, oggi e' il mio anniversario, 15 anni e non dimentico.  :